Ogni città pullula di ristoranti, dal luxury al kitsch, dove tutti abbiamo trascorso serate, o che ci hanno salvato con provvidi delivery. Parlare di cucina etnica è, però, piuttosto effimero.
In questo immenso contenitore troviamo pietanze davvero dissimili; un huramaki ha ben poco a che spartire con l’empanada de atun, da qualsiasi punto di vista tu li voglia analizzare.
Nonostante questa immensità da agorafobia gastronomica, la Birra, grazie alla sua versatilità, è il perfetto abbinamento per ogni tuo pranzo esotico, dall’aperitivo allo spuntino di mezzanotte.
Per il sushi consiglio birre chiare, delicate, poco amare e leggermente aromatiche, perfette con la loro leggerissima speziatura, sia essa data dall’utilizzo di coriandolo e scorze d’arancia, come nella Bière Blanche (ottimo esempio la Parma del Birrificio del Ducato), oppure dal sapiente utilizzo dei lieviti della Saison (segna: Yokai di Birra Gaia).
Per la cucina asiatica, in special modo quella indiana o del Sud-Est, ricca di sapienti miscele di curry, birre dalle importanti luppolature da aroma, con i loro sentori agrumati, tropicali e balsamici, come la grande famiglia delle IPA (India Pale Ale, nomen omen) o delle APA (American Pale Ale).
Per quei piatti piccanti (davvero piccanti), come nella cucina messicana, birre dal buon tenore alcolico (l’alcol è un solvente per i capsacinoidi, responsabili dello pseudo-calore) ma dall’amaro davvero basso, che enfatizzerebbe il piccante, come le Helles Bock o le Bière de Garde.