Nebbiolo: il vitigno perfetto per i vini rossi strutturati
Si scrive Nebbiolo ma si legge Langhe. È proprio in questa regione enologica del Piemonte, infatti, che quest’uva esprime al massimo tutto il suo potenziale, dando vita ad alcuni dei vini rossi più famosi d’Italia come il Barolo e il Barbaresco.
Il Nebbiolo è un vitigno a bacca rossa autoctono italiano simbolo del Piemonte.
Famoso per essere un’uva austera e difficile da coltivare, è capace di esprimere le caratteristiche del terroir, dando vita a vini molto identitari, strutturati e importanti, tra i più stimati al mondo.
Nebbiolo: storia e curiosità
L’origine del Nebbiolo si perde nella notte dei tempi.
Già Columella, scrittore romano del I secolo d.C., parlava del Nebbiolo descrivendolo come “Grappoli di uva nera che danno vino da località fredde”.
Un’altra testimonianza risale invece al 1295, nel testamento di Tommaso Asinari, un nobile di origine albese che lasciò in eredità alla moglie il suo tesoro più caro: quattro “bottalli” di vino “duos de nebiolo et duos de nostrali”.
Ma perché si chiama Nebbiolo?
Il nome sembra derivare da una caratteristica di quest’uva, ricca di pruina, una sostanza cerosa e biancastra che ricopre gli acini prima della vendemmia e che ricorda i fitti bancali di nebbia, tipici del Nord Italia.
Un’altra curiosità riguarda i molteplici nomi con cui si conosce. Infatti non solo esistono tre varietà di Nebbiolo, Lampia, Michet e Rosè, ma assume nomi diversi a seconda di dove viene coltivato.
Ad esempio nel novarese è conosciuto come Spanna, mentre in Valtellina si fa chiamare Chiavennasca.
Un vitigno, tanti vini
Si scrive Nebbiolo ma si legge Langhe.
È proprio in questa regione enologica del Piemonte, infatti, che quest’uva esprime al massimo tutto il suo potenziale, dando vita ad alcuni dei vini rossi più famosi d’Italia come il Barolo e il Barbaresco.
Ma esistono diverse vini, molti dei quali Doc e Docg, che vedono il Nebbiolo come loro principale vitigno, come ,il Nebbiolo d’Alba Doc, il Carema, il Gattinara, il Ghemme, il Valtellina Superiore e lo Sforzato di Valtellina.
In generale tutti questi vini sono accomunati dalla caratteristica di essere dei rossi strutturati, concentrati, longevi e affinati in legno.
Insomma dei tipici esempi di vini dal carattere #Saggio, quelli perfetti da bere davanti a un caminetto in compagnia di un buon libro o per una cena importante.
Il Nebbiolo infatti necessita di lunghi periodi di invecchiamento in legno per ammorbidire le sue spigolosità e risultare più gradevole al palato.
Tuttavia esistono anche delle versioni più fresche e giovanili del Nebbiolo, ricche di acidità e aromi fruttati che possono rientrare nella tipologia Nebbiolo Langhe Doc. Per riconoscerle basterà leggere attentamente l’etichetta e controllare l’annata, che è sempre recente in quanto il vino non è stato invecchiato per anni in legno.
Abbinamenti gastronomici con i vini a base di Nebbiolo
I vini a base di Nebbiolo, grazie alla loro complessità aromatica e struttura gustativa, possono essere abbinati con una varietà di piatti, dalla cucina tradizionale a quella più innovativa.
Un Nebbiolo giovane e succoso, come un Nebbiolo Langhe Doc, si abbina molto bene ad insaccati e carne grasse perché è in grado di bilanciare l’untuosità del piatto con la sua spiccata acidità.
Le versioni più invecchiate, invece, trovano un loro equilibrio con il piatto a seconda del loro stato evolutivo.
Un vino come il Barolo e il Barbaresco, ad esempio, anche se invecchiato in legno può avere due versioni: quella ancora non pronta e quella matura.
Quando il vino è ancora giovane si caratterizza per la sua acidità e astringenza, che può essere perfettamente bilanciata da piatti succulenti e importanti a base di carne, come brasati e arrosti.
Quando il vino è invece molto invecchiato, risalente quindi a un’annata molto indietro nel tempo, risulta molto morbido e ricco di profumi intensi ed è perfetto per essere abbinato a formaggi stagionati ed erborinati, dal gusto deciso.
L’alta sapidità del formaggio viene contrastata dalla morbidezza del vino, con un risultato molto gradevole al palato.
Il Nebbiolo nel calice
Assaporare un vino a base di Nebbiolo è un’esperienza che va al di là del semplice atto di bere.
È un invito a esplorare i dettagli nascosti nei profumi, a percepire la complessità dei sapori e a immergersi nella storia e nella tradizione del luogo in cui il vino è stato creato.
Ecco alcuni suggerimenti su come apprezzare al meglio un vino a base di Nebbiolo.
1. Osservazione visiva
Inizia osservando il colore del vino. I vini rossi a base di Nebbiolo si caratterizzano per un colore rosso rubino abbastanza tenue nelle fasi giovanili, che vira al rosso granato durante l’invecchiamento in legno e in bottiglia. Contrariamente a quanto si possa pensare i rossi a base di Nebbiolo non hanno un colore intenso e impenetrabile, tipico ad esempio del Sagrantino o dell’Aglianico.
2. Olfatto avvolgente
Dopo aver versato il vino nel bicchiere, dedica del tempo a esplorare gli aromi. Muovi delicatamente il bicchiere per favorire l’ossigenazione e consentire agli aromi di liberarsi. Cerca note di violetta nelle versioni più giovanili e di rosa appassita in quelle più mature. Ricordati che l’aroma del Nebbiolo è come un motore Diesel, più resta nel calice più tende ad esprimersi. Divertiti ad odorare più e più volte il calice durante la degustazione per apprezzare come cambia con il passare delle ore.
3. Assaggio attento
E’ nell’assaggio che i vini a base di Nebbiolo esprimono tutta la loro forza ed eleganza. Anche se si tratta di vini molto strutturati e intensi al gusto, quello che colpisce è proprio la delicatezza e soavità, tipica dei vini rossi provenienti da climi freddi.
4. Temperatura di servizio
Rispetta la temperatura consigliata per servire questi vini. I vini rossi strutturati spesso vengono serviti troppo “caldi” con temperature superiori ai 20 gradi. Questo accade perché venendo aperti alcune ore prima del servizio, si lasciano in luoghi con una temperatura ambiente eccessiva.
Il risultato è quello di bere dei vini in cui l’elemento prevalente è l’alcol, che tende ad essere più volatile all’aumentare della temperatura.
6. Decantazione
Per alcuni vini rossi a base di Nebbiolo più strutturati, la decantazione può favorire l’ossigenazione e migliorare la loro espressione aromatica e gustativa. Ma attenzione a non esagerare!
Se il vino è molto vecchio la decantazione aiuta, se il vino è invece è ancora piuttosto giovane, il rischio è quello di farlo “aprire” troppo velocemente andando a perdere il cambiamento della sua espressività nel corso della degustazione.
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